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Arte Laguna Prize – Testi curatoriali di Giulia Colletti e Chiara Canali

ARTE LAGUNA PRIZE - MOSTRA DEI FINALISTI
Testi critici delle curatrici Giulia Colletti e Chiara Canali

VENEZIA – 16.11.2024, Arsenale Nord

Curatrice – Giulia Colletti
Le opere finaliste della diciottesima edizione dell’Arte Laguna Prize offrono una visione profonda e sfaccettata del nostro tempo. Invece di alimentare nostalgie passatiste o proiezioni catastrofiche, queste opere si radicano in un “presente continuo”, dove questioni ambientali si intrecciano con identità transnazionali e forme di rappresentazione transgenerazionali.

Nel processo di valutazione – reso possibile dalla generosa collaborazione dei giurati Laura Barreca, Krist Gruijthuijsen, Gonzalo Herrero Delicado, David Max Horowitz e Lu Peng – è emersa, da parte di artisti e artiste, una forte inclinazione verso un’espressività introspettiva che, tuttavia, impone alla realtà un’impronta di sé. In particolare, le opere esplorano cancellazione e riemersione di memorie identitarie, così come legami solistalgici con le realtà organiche e inorganiche del nostro pianeta.

Questa inclinazione riflette, a mio parere, i principi di un nichilismo attivo, inteso come una predisposizione propositiva che risponde alla cosiddetta condizione di “policrisi” della contemporaneità. Invece di arrendersi al vuoto, artisti e artiste sembrano avviare un processo di radicale rielaborazione, proponendo nuovi vettori di orientamento. Affermano un’esistenza che trova il suo significato intrinsecamente, al di là degli ideali imposti dall’esterno.

Il loro nichilismo attivo implica una distruzione creativa, destinata a costruire nuovi orizzonti di senso e a reinventare costantemente l’esistenza. Il presente, quindi, non giace inerte e passivo, ma si configura come punto di partenza per riorientare passato e futuro.

 

Curatrice – Chiara Canali
La 19ª edizione dell’Arte Laguna Prize mette in evidenza una pluralità di temi legati all’arte contemporanea globale. In particolare, tra i finalisti selezionati nelle sezioni Arte Virtuale e digitale, Performance, Video Arte e Grafica digitale ho potuto osservare un’attenzione particolare verso l’uso innovativo della tecnologia e soprattutto dello strumento della Intelligenza Artificiale finalizzato alla esplorazione del rapporto tra Uomo e Macchina (come nelle opere di Jake Tan o Tsai Bing-Hua).

In particolare, emerge uno sfruttamento sperimentale della tecnologia, che combina l’analisi delle usanze, costumi e tradizioni locali diversificate (come nel caso del lavoro di Royal Art che si riconnette alle forme di comunicazione delle donne analfabete della Cina Premoderna per creare un nuovo sistema linguistico) e la volontà di coinvolgere attivamente lo spettatore attraverso strumenti partecipativi, interattivi e immersivi oltre che relazionali, come ad esempio nel lavoro ambientale e immersivo, tra suono e visione, di Qinghua.

Il rapporto tra Uomo-Macchina, specialmente in relazione alla condizione dell’uomo attuale che si trova costantemente a contatto con estensioni digitali, rappresenta una delle questioni più complesse e stimolanti del nostro tempo (come nel lavoro di Duo work#art). L’avvento della Intelligenza Artificiale ha aperto nuove frontiere creative, mettendo in discussione la distinzione tra creatore e strumento, tra opera d’arte e prodotto generato da algoritmi, tra dati comportamentali e meccanismi algoritmici (Haran Woo)

Un altro importante nucleo di riflessioni degli artisti, soprattutto nelle sezioni di Land Art e Urban Art ma anche in altre sezioni come quella fotografica, è l’attenzione alle questioni ambientali, come la sostenibilità e la crisi climatica (Sheng Chengcheng). 

Gli artisti contemporanei, sempre più spinti dalla consapevolezza ecologica, stanno reagendo a questa crisi cercando di riavvicinare l’uomo alla natura e di promuovere una riflessione critica sulla relazione tra sviluppo tecnologico e sostenibilità ambientale (come in BioDigitalMediafilia di Lech Iury). L’arte diventa quindi uno strumento di sensibilizzazione e resistenza, capace di connettere il pubblico alle questioni ambientali in modo empatico e diretto (Benoit Bories).

Infine, rilevo una forte attenzione nei confronti della percezione del corpo umano, sia come entità individuale che collettiva. Le tecniche artistiche spaziano dalle installazioni immersive alla pittura, scultura e videoarte, riflettendo una forte interdisciplinarità.

In una società sempre più mediata dalla tecnologia, il corpo umano rischia di essere ridotto a un’entità virtuale, alienata dalla propria dimensione fisica e dai suoi ritmi naturali (come nella performance di Pérez-Salas Tania). Tuttavia, l’arte gioca un ruolo cruciale nel riaffermare l’importanza della fisicità e della corporeità, esplorando i limiti e le potenzialità del corpo umano, della sua percezione spaziale e delle sue possibilità multisensoriali (Sarhaddi Sahand).

Nella categoria scultura e installazione, molte opere si focalizzano ancora una volta su connessioni tra tradizione e tecnologia, come quelle di Barrera Carlos e Li Shuo Phoebe. Anche la crisi ambientale è presente, come si vede nell’opera di Murray Ro, che esplora il dialogo tra natura e modernità.

In pittura, c’è una ricorrenza di riflessioni sul paesaggio e sull’identità, con artisti come Antonucci Iacopo e Baldoín Diego, mentre altre opere esplorano le relazioni umane e la memoria, come quelle di Lindner Anne e O’Doherty Sora. Infine, in arte fotografica, si osserva un interesse verso temi storici e sociopolitici, visibile nelle opere di Dai Xiang e Jiang Lei, così come riflessioni più intime e familiari, come nell’opera di Bertellotti Nicola.

Le tecniche variano dal multimediale alla fotografia tradizionale, con un approccio spesso sperimentale e interdisciplinare.

 

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