L’arte al tempo della pandemia | L’impatto del Covid-19 tra le opere dei finalisti di Arte Laguna Prize
Nei primi mesi del 2020, il mondo veniva colpito dalla più grande emergenza sanitaria dal secondo dopoguerra e nuove abitudini e vocaboli inediti si intromettevano nella quotidianità delle persone. Così, mentre il Coronavirus dilagava e la vita di ciascuno subiva, inevitabilmente, un ridimensionamento, l’arte reagiva, a modo suo, alla crisi. D’altro canto, l’arte è il mezzo espressivo tra i più indicati per rappresentare un periodo tanto inatteso quanto sconvolgente come quello segnato dalla diffusione del Covid-19. Inevitabilmente, anche tra i finalisti della 16° e della 17° edizione di Arte Laguna Prize, si possono individuare produzioni artistiche intimamente legate all’esperienza della pandemia. Sottolinea questa relazione anche Luca Beatrice, l’autore del testo critico che accompagna la mostra, evocando «i mesi drammatici che hanno condizionato – c’è chi sostiene per sempre – il fare creativo e l’espressione artistica». Secondo l’autore, tra le duecentoquaranta opere, realizzate nel periodo pandemico e post-pandemico, «è già possibile rintracciare almeno due diverse linee di tendenza: una più diaristica e isolata, una di ritrovato ottimismo». Il curatore Mohamed Benhadj, membro della giuria per la 16° edizione, evidenzia come, dopo il periodo di isolamento forzato, molte opere d’arte abbiano rimesso al centro la figura umana, «dalle espressioni figurative a quelle astratte» poiché «le relazioni hanno riacquistato significato nella nostra vita».
È sul primo filone, quello maggiormente legato alla sfera riflessiva e incentrato sui traumi e le rinunce conseguenti alla diffusione del virus, che si sono sviluppate le ricerche di un nutrito gruppo di artisti. A loro il compito di esprimere sensazioni collettive attraverso forme artistiche diverse.
C’è chi, come Jens Hesse, ricorre alla pittura; il suo Man, pondering (2021) incarna i sentimenti di solitudine e smarrimento che tutti hanno provato, almeno una volta, durante il lockdown. Oppure Michele Giustolisi che, in un’opera d’impatto come il suo dipinto Il gusto del bacio (2022), evoca il distanziamento forzato sperimentato in quei mesi, il ridimensionamento obbligato delle interazioni umani, la connotazione negativa associata ad un gesto intimo come il bacio, potenziale veicolo del contagio. A tale interpretazione, tuttavia, l’autore accosta un altro significato, stavolta carico di speranza e desiderio di rinascita, quella stessa voglia di riscossa e libertà che ha guidato il periodo post-pandemico.
Per molti, le misure di confinamento sono state l’occasione per fare un esercizio di autoanalisi e partire alla scoperta – o riscoperta – di sé come alternativa alla concreta possibilità di viaggiare. Le pagine di diario di Raphaëlle Martin, poi scannerizzate, stampate e riassemblate componendo il collage 80 Pages丨07/03/2020 – 29/04/2020 (2022), richiamano il bisogno di scrivere e di decostruire il proprio Io caratterizzante un momento storico che ha inevitabilmente portato a un ripiegamento interiore. È un’individualità complessa, quella che emerge dal diario, e porta in superficie interrogativi, ricordi e pensieri mai indagati prima.
Nello spazio intimo e protetto della casa, c’è chi riscopre l’importanza delle piccole cose, osservando con uno sguardo rinnovato ciò che in precedenza era dato per scontato. Nel suo Terrarium (2022), Diana Rad celebra tale riscoperta, raffigurando una sorta di ecosistema casalingo autosufficiente in cui i due protagonisti possono trovare una dimensione di equilibrio senza alcuna intromissione da fuori. Con Inseparabili – Gianco et Poncho (2021), anche Alessandro De Marinis propone un’immagine di grande intimità, evocativa di quei giorni di isolamento condiviso, con la camera da letto a fungere da nido in cui trovare rifugio dalle minacce del mondo esterno e coltivare il proprio amore. Jacopo Dimastrogiovanni, invece, mette in luce un’altra possibilità offerta dalla quarantena: quella di poter dedicare del tempo alle proprie passioni, in questo caso il cinema. In assenza di un contatto sociale, la visione dei film diventa, per l’artista, una valvola di sfogo e una fonte di ispirazione. La sua tela I can’t believe you changed again! (2021), infatti, è un richiamo diretto al film di Luca Guadagnino Call me by your name (2017), riscoperto nei mesi dell’emergenza sanitaria.
Spicca poi la designer Precious Seronga che omaggia uno dei simboli che hanno accompagnato gli anni tra il 2020 e il 2022. La sua creazione, intitolata African and Proud (2020), si lega alla tradizione africana della bigiotteria commissionando a delle donne di una tribù Masai della Tanzania la realizzazione di una mascherina di perline colorate. Le mascherine sono al centro anche dell’opera di Tobia Zambotti, Couch-19, An iceberg-shaped modular pouf made with single-use masks collected from the streets (2021): i dispositivi di protezione a lungo rimasti obbligatori negli spazi pubblici, non potendo essere riciclati, vengono recuperati e disinfettati dal designer, costituendo l’imbottitura di un divano che, per tonalità cromatiche, ricorda anche un iceberg. La scelta di questo elemento naturale non è casuale, trattandosi di uno simboli del riscaldamento globale in corso. Attraverso la sua realizzazione, infatti, Zambotti vuole pure porre l’accento sulle sfide ambientali e, in particolare, sull’inquinamento causato dalla dispersione delle mascherine usa e getta. Altre opere, realizzate in quel periodo cruciale, portano con sé un senso di straniamento ed isolamento. È il caso di Solitary Bliss (2021), dipinto di Maithili Rajput segnato da strade vuote e silenziose percepite dall’artista con una certa fascinazione. Oppure il giocatore di pallacanestro di Sinecittà 04 (2020) del collettivo ZEROSCENA, parte di una serie fotografica che pone in risalto dei personaggi solitari avvolti da un’atmosfera malinconica. O, ancora, l’artista Miranda Pissarides che, nella sua scultura Sad Little Sister (SLS) (2023), vuole esprimere il dissolversi delle speranze e la sensazione di collasso legati all’incertezza degli anni segnati dal contagio.
Il dopo-pandemia è, invece, al centro dei lavori di un altro gruppo di artisti. Tra essi, Brigitta Kocsis, che nel suo Techboyz_6 (2022) cattura quel momento indelebile legato ai primi contatti e alle prime interazioni umane dopo mesi di distanziamento. L’acrilico, però, pone l’accento anche su un altro tema: i danni causati dalla crisi pandemica in riferimento anche alle opportunità lavorative frenate dalla situazione attraversata. Nella visione dell’artista, tutto ciò scaturisce in una generazione destinata a subire a lungo le conseguenze socio-economiche della crisi.
Proprio alle nuove generazioni è dedicato il murale interattivo di Henrique Montanari, Max e Rosa (2021), realizzato a São Paolo per il 467° anniversario della città. I volti dei due figli dell’artista sbirciano sorridenti scostando una tenda il mondo che si rialza dopo lo stop obbligato. Ma, nonostante i sorrisi dei bambini, all’artista-padre rimane un interrogativo: «Cosa ci sarà per questa nuova generazione alla fine della pandemia?». All’arte il compito di accompagnare anche questa nuova fase nella storia dell’umanità.
Elenco artisti, scheda opera e immagini:
Jens Esse https://artelaguna.world/paintings/man-pondering/
Michele Giustolisi https://artelaguna.world/paintings/il-gusto-del-bacio/
Raphaëlle Martin https://artelaguna.world/paintings/80-pages-07-03-2020-29-04-2020/
Diana Rad https://artelaguna.world/graphics/terrarium/
Alessandro De Marinis https://artelaguna.world/photograph/inseparabili-giango-et-poncho.67945/
Jacopo Dimastrogiovanni https://artelaguna.world/paintings/i-can-t-believe-you-changed-it-again/
Precious Seronga https://artelaguna.world/design/african-and-proud/
Tobia Zambotti https://artelaguna.world/design/couch-19-an-iceberg-shaped-modular-pouf-/
Maithili Rajput https://artelaguna.world/paintings/solitary-bliss.62664/
ZEROSCENA https://artelaguna.world/photograph/sinecitta-04/
Miranda Pissarides https://artelaguna.world/sculpture/sad-little-sister/
Brigitta Kocsis https://artelaguna.world/paintings/techboyz-6/
Henrique Montanari https://artelaguna.world/artist/henrique-montanari/