Jingyi Wang | Esperienza a The Black Holes, Riga
L’artista Jingyi Wang ha recentemente concluso la sua esperienza come vincitrice del Premio Speciale – Residenza Artistica a Riga, Lettonia, creato dal partner The Black Holes.
L’artista vive attualmente a Bergen, in Norvegia, nonostante sia nata a Pechino, in Cina. Ha studiato arti performative in Francia, Belgio e Danimarca, il che l’ha portata a diventare una live art-creator. Il lavoro di Wang è interdisciplinare, con la performance dal vivo come base, spesso coinvolgendo comunità e pubblico locali. Una delle principali caratteristiche del suo lavoro è l’incorporazione di concetti curatoriali e ricerche approfondite nelle creazioni, grazie in parte ai suoi precedenti studi e lavori nel giornalismo e nella comunicazione prima di diventare artista. La carriera artistica è iniziata con l’ideazione di un originale concetto di teatro: il Teatro Statico, dove non ci sono attori. Invece, Jingyi Wang crea esperienze di tempo e spazio attraverso opere di arte dal vivo. La sua serie più recente, “Performative Events – The Value Trilogy”, esplora eventi sociali reali come riferimenti, ricreando le regole per spingere i confini tra realtà e performance, invitando a riflettere sui paradigmi sociali attuali. Il secondo pezzo di questa serie, JUDGE ME, selezionato per la mostra finale dell’Arte Laguna Prize, segue il primo pezzo, Post Capitalistic Auction.
Scopri di seguito un’intervista con l’artista.
Sei stata scelta come finalista per la 18° Edizione di Arte Laguna Prize e anche come vincitrice di un Premio Speciale, congratulazioni! Come ti sei sentita quando l’hai scoperto?
Grazie! Sono rimasto sorpresa ed entusiasta. Ho ricevuto la notizia da un amico che mi aveva inviato il link di candidatura solo due giorni prima della scadenza. Era la prima volta che partecipavo ad Arte Laguna Prize, o a qualsiasi altro premio artistico, del resto. Sebbene i miei progetti si siano sempre collocati tra le arti performative e l’arte contemporanea, coinvolgendo professionisti da entrambe le parti, ho ricevuto maggiore riconoscimento nella scena delle arti performative. Sono grata per questa sorpresa ed entusiasta di poter mostrare il mio lavoro a una più ampia comunità dell’arte contemporanea. E non mi aspettavo di vincere anche un Premio Speciale.
Durante la tua residenza a Riga in Lettonia, hai avuto l’opportunità di incontrare nuovi artisti da diversi paesi del mondo. Questa esperienza ti ha dato nuovi spunti e possibilità di approfondire altre culture?
Certamente! Durante la residenza a Black Holes ci sono stati artisti da New York, Slovacchia e dalla Serbia. Avevamo diversi metodi di approccio e lavoro. I nostri background così diversi mi hanno aiutata ad uscire dalla mia comfort zone. La Lettonia in sè è stata una nuova esperienza nel mio percorso, nonostante sia geograficamente abbastanza vicina alla Norvegia, dove vivo ora. Ho vissuto in varie regioni e paesi fuori dalla mia città natale, come per esempio Hong Kong, la Danimarca, Francia, Italia e ora la Norvegia, e ho anche viaggiato parecchio. Ma la Lettonia mi ha fatto sentire come in nessun altro posto – quasi come un sogno, sensazione che ho attribuito alla sua storia e la posizione geopolitica. Nonostante ho sentito che questa esperienza non ha avuto impatto sul mio prossimo lavoro, ho la forte sensazione che lascerà un’impronta più profonda sulla mia vita e i miei progetti futuri.
Il tuo lavoro è centrato sulla performance, e in molte delle tue opere, il pubblico gioca un ruolo importante e può interagire come parte di questa performance. Puoi dirci di più su qeusto?
Certo. Credo che in quando ci sono gli spettatori, c’è la performance. Forse è per quello che in Francia le arti performative sono anche chiamate spectacle vivant. Comunque, sono contraria ad obbligare il pubblico a partecipare alla performance senza volerlo, perchè li depriva del loro diritto di essere spettatori. Il coinvolgimento del pubblico deve essere tanto necessario quanto però spontaneo. Per esempio, nella prima opera di “Performative Events – Value Trilogy”: Post Capitalistic Auction – un’asta performativa – tra il pubblico c’erano anche gli offerenti, e in questo caso il loro ruolo era fondamentale per far sì che lo spettacolo continuasse. Comunque, il pubblico poteva scegliere se osservare soltanto senza partecipare all’asta. Nella seconda opera, JUDGE ME – un processo giudiziario performativo selezionato da Arte Laguna Prize – il pubblico fa da giuria. Nonostante ciò, non tutti i membri del pubblico sono costretti a partecipare. Nella terza opera, Voice to Voice – un progetto di giornalismo performativo sul quale sto ancora lavorando – il pubblico fa da intervistatore, giocando un ruolo fondamentale nella performance, senza saperlo.
Qualil sono i tuoi progetti per il futuro?
Tra i prossimi progetti c’è Post Capitalistic Auction, che verrà portato in scena al festival Hong Kong Asia+. È un’asta reale ma con delle regole diverse. Immagina che tutte le opere siano reali, le transazioni sono reali, e anche le offerte e gli offerenti. Il segreto però è che tu puoi fare l’offerta per l’opera non solo con i soldi, ma anche con opportunità e scambi. Gli artisti saranno presenti all’asta per interagire direttamente dialogando con gli offerenti, e decidendo chi si aggiudicherà l’opera. Se viene concluso un affare, le due parti firmeranno un contratto realizzato con l’aiuto di un avvocato. Verranno anche suggeriti le possibili offerte di scambio sia agli offerenti che agli artisti, ma la decisione finale è di questi ultimi. Prima dell’asta, ci sarà un vernissage per vedere le opere in anteprima, dove verrà distribuito un catalogo. In seguito all’asta, ci sarà un momento di discussione. Ho creato quest’opera in Norvegia, dove ha debuttato nel 2018, e da allora sono stata invitata in diversi Festival performativi in centri artistici come Yokohama e Toronto. Le prossime performance saranno la quarta edizione. Ognuna diversa in termini di artisti, opere e conversazioni.
Sfortunatamente, e fortunatamente allo stesso tempo, la performance verrà eseguita il giorno di inaugurazione di Arte Laguna Prize, il 16 Novembre. Come direttrice e creatrice, io dovrò essere a Hong Kong. Però la perfomance verrà trasmessa in live-stream, e sono felice di condividere questo live stream con tutti gli ospiti di Arte Laguna.
Un altro progetto che sto preparando è Voice to Voice. Esplora la connessione e le deviazioni tra il senso individuale si autostima e i loro lavori, riflettendo sul sistema di valori e il meccanismo del lavoro. Ho sviluppato un’installazione mobile con la quale ho condotto circa 60 interviste in divevrse città in Cina. Ho poi esplorato la possibile struttura dell’installazione di queste interviste durante la residenza a Black Holes. Alla fine, verrà presentata una video installazione di queste testimonianze e una performance live in Norvegia a Ottobre 2025.