Heja / Hamza Kirbas

 

Hamza Kirbas | Arte Laguna PrizeHeja / Hamza Kirbas
Samara, Turchia 1973


Words and things

Sezione d’arte: Scultura e Installazione

Dimensioni: 300 x 400 x 20 cm

Anno: 2022

Materiali: Metallo, schiuma, filo

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Description

Gli eventi che si svolgono nel mondo in cui viviamo e le relazioni che instauriamo con questi eventi formano la nostra memoria. La nostra memoria non è una struttura che creiamo individualmente solo da noi stessi. Le relazioni che stabiliamo con la natura nel suo insieme e con le altre persone sono tutte influenti nella formazione della nostra memoria. Pertanto, la nostra memoria non può essere considerata indipendente dalle trasformazioni economiche, sociali, culturali e politiche.
Come affermava il sociologo francese Maurice Halbwachs nel concetto di “memoria collettiva”; Avere una memoria collettiva significa che gli individui che costituiscono un gruppo o una comunità umana hanno un’immagine comune del proprio passato e, grazie a questa immagine, prendono coscienza della propria unità e originalità. “La memoria collettiva è un gruppo visto dall’interno… Essa [la memoria collettiva] fornisce al gruppo un autoritratto che emerge nel tempo; perché la memoria collettiva è un’immagine del passato e permette al gruppo di riconoscersi attraverso l’insieme totale delle immagini”.
In questo caso, ciò che spingerà gli individui legati ad un gruppo ad agire congiuntamente sarà basato sull’immagine comune del loro passato, in altre parole, la “memoria collettiva”. Pertanto, sarebbe appropriato dire che la memoria con le caratteristiche che Halbwachs vuole descrivere è “memoria comunicativa”. Con gli strumenti di comunicazione odierni, le “immagini” vengono bombardate sulle persone. Le mani che compongono l’installazione sono costituite da un totale di 800 dell’alfabeto “Gestuno”, che è una lingua dei segni internazionale.L’installazione si interroga sugli effetti dei modelli di comunicazione sui parametri della memoria nel contesto del tempo e dello spazio.L’installazione , che emerge come espressione della memoria collettiva, pone lo spettatore al centro dell’installazione e presenta il linguaggio dei segni come un fenomeno alla coscienza percettiva del pubblico.L’immagine della sedia nell’installazione esprime la rappresentazione dell’individuo nel tempo e nello spazio E l’installazione si basa su alcune domande volte a stimolare la memoria collettiva. “Possiamo ritrovare in immagini gli eventi a cui abbiamo assistito in?” o “È possibile ravvivare la nostra memoria con le immagini?” Etc. Il lavoro cerca di interrogare la “memoria collettiva” sulla base di queste domande.

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